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OMEOPATIA E PEDIATRIA

L’OMEOPATIA E’ IN GRADO DI APPORTARE IMPORTANTI RISULTATI, SIA IN SENSO TERAPEUTICO CHE PER LA SUA AZIONE DI STIMOLO NEI CONFORNTI DEI MECCANISMI DI DIFESA DELL’ORGANISMO.

La pediatria è la branca della medicina che si occupa dello sviluppo psicofisico del bambino e della diagnosi e terapia delle malattie infantili.
L’applicazione dell’omeopatia in ambito pediatrico richiede un’attenta valutazione preventiva del medico che saprà indicare le situazioni cliniche che possono beneficiare della terapia omeopatica e quali invece sono di esclusiva competenza della medicina ufficiale (allopatica).
In casi specifici come le malformazioni, le affezioni chirurgiche, le patologie traumatiche acute e le malattie organiche distruttive è evidente che una terapia omeopatica non può avere effetti. Nel primo caso, infatti, è necessario intervenire o chirurgicamente o attraverso una terapia compensativa (o rieducativa). Lo stesso discorso vale per le patologie traumatiche acute per le quali l’unica soluzione è quella chirurgica, ove neppure una specifica terapia allopatica può ottenere effetti significativi, così come nel caso di affezioni chirurgiche gravi come le occlusioni e le appendiciti.
In presenza di gravi malattie infettive o neoplastiche che si curano con antibiotici, antimitotici e con la radioterapia, la terapia omeopatica non è indicata perché tali patologie richiedono, oltre a terapie mirate, anche una grande tempestività di intervento.

Ciò premesso e in presenza di altre sintomatologie relative alla medicina pediatrica, l’omeopatia è in grado di apportare importanti risultati, sia in senso terapeutico che per la sua azione di stimolo nei confronti dei meccanismi di difesa dell’organismo.

Di seguito i casi specifici nei quali la terapia omeopatica è fortemente consigliata:

Le malattie acute benigne del lattante: in questo gruppo rientrano disturbi quali otiti, rinofaringiti, angine, broncopolmoniti ecc. Per queste malattie, nel caso del paziente pediatrico, difficilmente vi è un’astensione terapeutica, anche quando il decorso sembra favorevole, in quanto si temono sempre eventuali complicazioni.
In questi casi l’omeopatia può risultare utile ed efficace, agisce in modo attivo ed è priva di effetti collaterali e di tossicità. Viene usata da sola o in associazione alle terapie allopatiche in relazione alla patologia da affrontare.
Ci sono situazioni nelle quali il medico stesso prescrive due terapie differenti. La prima prescrizione è omeopatica, l’altra allopatica; si lascia agire prima il rimedio omeopatico valutando il suo effetto nel tempo e se entro 24/48 ore il sintomo non si risolve si ricorre all’altra prescrizione. L’esperienza dimostra, però, che utilizzando questa tecnica spesso il farmaco classico non viene utilizzato affatto, restando solo un sostegno in caso di mancato miglioramento.
Quasi la totalità delle visite ai lattanti viene fatta per le cosiddette “malattie funzionali”. Tra queste rientrano le patologie più frequenti: disturbi digestivi, dolori addominali o gastrici, ingestione involontaria di gas nel succhiare, disturbi della dentizione, stipsi, dermatiti, eritemi.
Tutti questi disturbi hanno una sintomatologia molto chiara e definita e l’omeopatia è in grado di curarli con successo.

Un ambito molto importante nella pediatria in generale e in particolare in quella omeopatica riguarda i disturbi nervosi, caratteriali e psichici del bambino. Tra questi sono inclusi anche i disturbi del sonno.
Il medico omeopata sa che alla base di questi disturbi c’è sempre un disagio familiare; per questo motivo la terapia più indicata è quella psico-comportamentale.
L’omeopatia agisce efficacemente su questa sfera perché la sua principale caratteristica è quella di essere una terapia individualizzata che ha una forte azione sulla sfera emotiva.
Un’adeguata terapia, infatti, produce effetti benefici sull’ansia del bambino, anche quella anticipatoria legata ad eventi importanti della sua vita. I rimedi omeopatici agiscono efficacemente, inoltre, nella cura dei tic nervosi.
L’utilizzo dei sedativi omeopatici è indicato soprattutto per l’assenza di effetti secondari sui piccoli pazienti, ciò che avviene invece con la terapia classica.

L’omeopatia ha un altro importante ruolo in ambito pediatrico: viene utilizzata spesso per quelle malattie definite costituzionali, cioè derivate da una particolare facilità del bambino a contrarre malattie infettive come otiti, faringiti, tonsilliti, bronchiti ecc. Questi sono i casi in cui spesso la medicina allopatica si rivela inutile perché agisce su un sistema immunitario molto compromesso. La terapia omeopatica utilizzata è quella del terreno (l’aspetto, temperamentale, costituzionale e diatesico dell’individuo). Questo tipo di terapia risulta la più efficace soprattutto in ambito pediatrico ed è utilizzata anche per quelle patologie a base ereditaria come l’asma, le allergie, l’eczema.

L’omeopatia ha un ruolo importante come terapia di prevenzione: il bambino curato omeopaticamente diventa più resistente alle infezioni e meno vulnerabile nei confronti dei mali di stagione. Per individuare i rimedi più adatti il medico curante farà una visita accurata volta a valutare non solo lo stato di salute attuale del bimbo ma anche di quello pregresso analizzando eventuali fattori ereditari. Questo discorso è valido in particolare per le patologie croniche.
Questi dati, uniti ad uno studio approfondito delle caratteristiche fisiche e psichiche del paziente, permetterà di identificare il rimedio di fondo (o del terreno) da utilizzare nella cura degli stati cronici.
La terapia preventiva dovrà iniziare prima dell’inizio della scuola e proseguire per tutta la stagione (da settembre a marzo).
Le cure preventive sono efficaci soprattutto nelle forme infiammatorie ricorrenti delle vie respiratorie di origine virale che colpiscono maggiormente i bambini al di sotto dei sei anni. Il successo della terapia si esprime non solo in una riduzione del numero delle infezioni respiratorie (raffreddori, tracheiti ecc.) ma anche, nei casi registrati, in presenza di sintomi più blandi con riduzione di episodi febbrili e complicanze (tracheiti, bronchiti ecc.).

In ambito pediatrico è molto difficile l’analisi per individuare il rimedio adatto perché, soprattutto nel caso del lattante, manca il racconto individuale dei sintomi e degli stati d’animo che li accompagnano. Nello stesso tempo, però, ci sono meno sintomi determinanti da analizzare e la reazione alla terapia è più veloce perché il bambino molto piccolo, rispetto a quelli più grandi e rispetto all’adulto, ha un apparato immunitario non compromesso dallo stress per cui la sua capacità di reazione è pressoché immediata.
Utilizzare fin dai primi giorni di vita le cure omeopatiche riduce all’indispensabile l’uso dei farmaci allopatici.

Nella pratica medica assume un ruolo fondamentale “l’inquadramento omeopatico” del bambino. La terapia adatta verrà scelta non solo in base alla diagnosi clinica ma anche in base all’osservazione e all’analisi dei sintomi.
Elementi fondamentali, in questa fase, sono la stima delle abitudini alimentari, della qualità del sonno, della vita relazionale, delle sensazioni e delle emozioni del bambino che si sommano ai sintomi oggettivi evidenti e al racconto dei genitori. I sintomi organici vengono analizzati in base ai tre parametri fondamentali nello studio e nella ricerca della terapia adatta: la lateralità: importante soprattutto quando si parla di organi doppi (occhi, orecchie ecc.); le modalità di aggravamento e di miglioramento: cambiamenti dei sintomi in base alle ore del giorno e della notte, in base ai movimenti e alla posizione del bambino; la concomitanza con altri segni che completano il quadro sintomatologico e che tende a ripetersi.
Per la ricerca del rimedio è importantissima l’osservazione oggettiva e immediata dell’aspetto del bambino, della posizione nella culla e di quando è in braccio ai genitori, dell’espressione del volto, della traspirazione, della presenza di parti del corpo fredde o calde. I dati che emergono dal colloquio dei genitori riguardano quegli aspetti che il bambino non può raccontare: aggravamenti e miglioramenti, modalità del sonno, intolleranze alimentari, influenza del clima, reazioni al contatto, ai movimenti, alle operazioni di pulizia.
La parte più importante e più complessa dell’indagine terapeutica, tuttavia, è lo studio del sintomo psichico che, in particolare in ambito pediatrico, gli omeopati inseriscono nelle manifestazioni generali. Anche in questo caso l’osservazione può essere diretta, monitorando il comportamento del piccolo, o dedotta dai racconti dei genitori.
Attraverso l’osservazione diretta il medico individua diversi stati: torpore, astenia, agitazione, rabbia, ostilità, paura, sofferenza, pianto, dolore, smarrimento, ansia. L’osservazione del genitore permette invece di analizzare le reazioni verso l’ambiente esterno, nei confronti della musica, del rumore e della conversazione. Il racconto aiuta anche ad individuare le paure e a distinguere quelle vaghe da quelle specifiche (buio, animali ecc.).
Nelle patologie croniche in particolare, dove la componente ereditaria è molto forte, è più che mai importante effettuare un’accurata anamnesi familiare per inquadrare il ramo patologico dominante. Una volta raccolti tutti i segni della malattia del bambino si potrà stabilire un’adeguata terapia.

L’utilizzo dell’omeopatia in pediatria è consigliato soprattutto per l’assenza di effetti collaterali o controindicazioni. Una volta analizzato il singolo caso, le modalità d’applicazione non sono diverse per il bambino e per l’adulto. La differenza è che il bambino è molto più reattivo ed immediato nei confronti del rimedio.
Le prescrizioni più usate in pediatria sono le centesimali Hahnemanniane (CH) e quelle frequentemente utilizzate per il bambino sono la quinta, la settima, la nona, la dodicesima, la ventiquattresima e la trentesima (5, 7, 9, 12, 24 e 30 CH). Anche le tinture madri sono molto usate ma bisogna prestare molta attenzione nel suo utilizzo perché la sostanza d’origine viene diluita in alcol.
La potenza adatta si stabilisce in base alla similitudine del rimedio con il paziente: più il rimedio è simile più si alza la potenza. Normalmente il medico prescrive le potenze più basse (5, 7 CH) nei casi di sintomatologia vaga. La 9 CH è più indicata quando il rimedio è il simillimum.
Nelle patologie croniche si utilizza frequentemente la 15 CH somministrata in dose unica per poi passare alle potenze più alte (18, 24 e 30 CH).
La posologia non segue regole fisse; l’intervallo di somministrazione varia in base alla reazione individuale iniziale al rimedio assunto. In linea generale, nella fase acuta l’intervallo tra le somministrazioni sarà più breve mentre nelle patologie meno gravi e non acute gli intervalli saranno molto più ampi.
Le formulazioni più indicate sono quelle a base liquida, in granuli e in globuli. I granuli possono essere somministrati direttamente in bocca oppure sciolti in acqua o nel latte del biberon. È sconsigliata invece la somministrazione del rimedio diluito in bevande aromatiche (camomilla, tisana al finocchio) che possono alterare l’azione del rimedio.

L’omeopatia determina un buon controllo dei sintomi perciò può essere utilizzata da sola per determinate patologie. Tuttavia in alcuni casi, come ad esempio l’asma, è necessario affiancarvi la terapia convenzionale (con cortisonici nel caso specifico). La terapia omeopatica diventerà complementare e migliorerà i tempi di guarigione determinando una progressiva riduzione dell’uso dei farmaci allopatici.

Bibliografia
–    AA. VV., Omeopatia: il medico risponde, Tecniche Nuove, Milano, 2006
–    Bourgarit R., Pediatria Omeopatica. Gli stati acuti e cronici del neonato e del lattante: guida alla terapia, Red Edizioni, Milano, 2007
–    Trapani G., Curarsi con l’omeopatia: disturbi del bambino da 0 a 6 anni, Red Edizioni, Milano, 2008